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domenica 16 febbraio 2014

IL RACCONTO FANTASY


Mappa concettuale sul RACCONTO FANTASY: maghi e magie, mondi incantati, le creature fantastiche...


Il Fantasy è un genere letterario sviluppatosi dalla seconda metà dell’Ottocento, i cui elementi dominanti sono il mito, il soprannaturale, l’immaginazione,  la metafora, la magia e il surreale. In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove gli elementi fantastici non vengono spiegati in maniera scientifica.

Ecco gli ingredienti:

1) Innanzitutto serve una mappa dove ambientare il racconto

2)  Si scelgono due protagonisti e si decide da dove partono, dove devono andare, qual è la loro missione;

3) Si inseriscono nel racconto personaggi fantastici, del tipo: lupi mannari, troll, fauni, elfi, draghi, gnomi, unicorni, centauri, sirene, e per  ciascuno di essi si stabiliscono caratteristiche fisiche e abilità.


sirene

troll norvegese con piccone
Unknown
Struttura del fantasy
Anche in questa tipologia testuale la struttura rispetta la scansione: inizio, sviluppo e conclusione. La vicenda è intricata e ricca di cambiamenti e colpi di scena. Il protagonista deve compiere un'impresa, un viaggio o deve ritrovare qualcosa che gli è stato sottratto, viene ostacolato  e deve superare innumerevoli sfide e/o pericoli. Nel racconto fantasy la lotta tra bene e male e continua, il protagonista nella sua missione è sostenuto dagli aiutanti e ostacolato dagli antagonisti.

I personaggi
Fantastici o reali, buoni e/o cattivi, quasi sempre dotati di poteri, maschi, femmine, , creature strane e mai viste, come gli hobbit, ma anche streghe, orchi, maghi, gnomi, elfi, folletti, troll, fate, guerrieri. Sono spesso presenti anche animali fantastici, come i draghi.

I luoghi
Il racconto è ambientato in luoghi magici: foreste, castelli, boschi, caverne o palazzi fantasmagorici. In questi ambienti dove spesso vivono animali e piante anche loro dotati di strani poteri, tutto può accadere, anche la cosa inimmaginabile e straordinaria.

Il tempo
La storia può essere ambientata indifferentemente nel passato, nel presente o nel futuro.

Mini dizionario delle creature del genere fantasy
Mago: Persona con poteri magici

Fata: personaggio con sembianza di fanciulla eterea e magica.

Folletto: piccola creatura leggendaria che si muove anche nell'aria, difficile da vedere, abita nelle tane dei boschi e si diverte a fare dispetti e scherzi, tuttavia è assolutamente innocuo.

Gnomo: è rappresentato come un esserino vecchio, barbuto e burbero, che vive sottoterra e custodisce tesori.

Troll: indica una creatura fantastica, generalmente malvagia, con carattere antropomorfo, abitante nelle foreste. Generalmente ha sembianze umane ma può trasformarsi in pietra, alcune volte è feroce e malvagio altre volte appare come un omino innocuo.

Hobbit: sono definiti mezzi-uomini, somigliano agli umani ma molto più  piccoli, un hobbit adulto è altro circa tra gli 80 e i 120 cm, hanno grandi piedi pelosi e resistenti, non indossano mai calzature a causa della pelle coriacea e spessa.

Elfi: sono spiriti con sembianze umane, sono alti e magri, forti e velocissimi, hanno un volto pulito e sereno, i capelli biondi, gli occhi chiari, non hanno la barba e le orecchie leggermente a punta. Si dice abbiano una grande vista e un udito molto sensibile. Riescono a percepire i pensieri delle persone, si dice che siano dotati di telepatia. Hanno bella voce e chiara. Sono intelligenti ed armoniosi, nutrono molto rispetto per la natura. Sanno forgiare spade e metalli, conoscono la magia.

Unicorno o liocorno: è  raffigurato come un cavallo bianco dotato di attributi magici, con un unico lungo corno avvolto a torciglione sulla fronte. Molte descrizioni attribuiscono all'unicorno anche una barbetta caprina, una coda da leone e degli zoccoli.

Drago: è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente somiglianti ai rettili. Nella cultura occidentale porta morte e distruzione.

Orco: è un mostro antropomorfo gigantesco, crudele e divoratore di carne umana.

Ora la filastrocca che riassume le caratteristiche del racconto fantasy:
 Il racconto fantasy 

Il racconto di fantasia
è un'avventura in compagnia.
Gnomi, elfi, folletti e maghi,
streghe, fate, guerrieri e draghi!
Un orco qua, un troll di là,
ma chi è che li sconfiggerà?
Luoghi magici e ambienti fatati,
tempi presenti, futuri e passati.
Il protagonista salverà
i personaggi in difficoltà.
Tutto questo forma una storia
che se vuoi puoi imparare a memoria!


Divertitevi a combinare insieme questi ingredienti… chissà che bei racconti produrrete…
MAPPA TESTO NARRATIVO
http://www.officinadelleparole.info/files/Microsoft%20Word%20-%20mappa%20narrativo.pdf

Buon Fantasy a tutti
http://www.fabbriscuola.it/espandiLibro/italiano/il_narratore/volume1/pdf/brooks_quattro_visioni.pdf

domenica 9 febbraio 2014

autobiografia




L’autobiografia: il racconto di sé attraverso la memoria

Con il termine autobiografia indichiamo quei testi nei quali l’autore racconta la propria vita, scegliendo  i momenti fondamentali che ricorda e che seleziona nella sua memoria.
Il linguaggio è accurato perché il testo è destinato ad un ampio pubblico di lettori e nessuno vorrebbe che chi legge si facesse un’idea sbagliata della vita di colui che scrive.
Tutti possono essere autori della propria autobiografia!
Vero è che in genere solo personaggi della storia, della cultura, della musica che sono stati particolarmente importanti o che hanno raggiunto il successo o la gloria scrivono la loro storia per lasciare una testimonianza.
Eppure, secondo molti, ognuno di noi sente il bisogno di raccontarsi e ogni volta il racconto che risulterebbe sarebbe diverso: diverso se scritto ad età differenti (ad ogni età si considerano più importanti alcuni fatti e meno altri); diverso anche se fosse rivolto a lettori particolari (si sceglierebbero fatti diversi a seconda del destinatario).

Chi scrive lo fa in genere in età adulta, ritornando con la memoria sul passato. Nella scrittura si mescolano momenti in cui la narrazione è oggettiva (fatti che accadono nella realtà) e momenti in cui prevale la parte soggettiva (cosa pensa o prova chi scrive, cosa pensano gli altri, ecc.).
Molti personaggi famosi e storici hanno affidato ad altri autori la loro autobiografia oppure hanno provveduto personalmente a farlo.

Come Nelson Mandela......clicca sul link e leggi

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&cad=rja&ved=0CD8QFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.pianetascuola.it%2Frisorse%2Fmedia%2Fsecondaria_primo%2Fitaliano%2Fgiallo_rosso_blu2_laf%2Fleggi_ascolta_sfoglia%2Fprimo_giorno_scuola%2Fil_primo_giorno_a_scuola.pdf&ei=EUT3UrcrxOHLA_3NgpAN&usg=AFQjCNEpqpiQlbi1laRhzEile3MqCPB6Ow&sig2=S3WJ08Q83_QPiaGeUM6SxA


MAPPA TESTO AUTOBIOGRAFICO











giovedì 30 gennaio 2014

RIASSUMIAMO

AVVIO AL RIASSUNTO
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Il riassunto è un testo che abbrevia un altro testo e che ha lo scopo di aiutare nel ricordare le informazioni principali. E’ importante saper fare un riassunto soprattutto quando si deve studiare un argomento.

Riassumere un testo significa “togliere” qualcosa al testo originale ma lasciar indicate le informazioni principali. Il segreto del riassunto sta nel mantenere ciò che è necessario e tagliare quello che non lo è.

Fare un riassunto è una delle cose più difficili della lingua italiana.

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Le regole per scrivere un buon riassunto sono:

1)      Leggere attentamente il testo

2)      Cercare nel vocabolario le parole sconosciute

3)      Capire il senso del racconto

4)      Eliminare le parti del testo che non sono necessarie

5)      Rileggere alla fine il riassunto e controllare che sia chiaro e corretto.

Ci si può servire di diverse strategie, che un po’ alla volta analizzeremo.
Inizieremo con la

SOTTOLINEATURA:

  • dividi il testo in sequenze
  • dare ad ogni sequenza un breve titolo
  • sottolinea, per ogni sequenza , le parti essenziali utilizzando domande guida:
  • CHI? COSA FA? DOVE? QUANDO? PERCHE'?
  • rileggi e collega tra loro in modo opportuno tutte le parti sottolineate
  • scrivi il riassunto legando bene tra loro le parti
RICORDA: nel riassunto si una solo il discorso indiretto e la terza persona.
Lavoro collettivo: leggiamo insieme il testo, sottolineiamo le parti importanti e poi, singolarmente, scriviamo il riassunto legando in modo opportuno le parti tra loro.
C’era una volta in aperta campagna, uno stagno, pieno di erbe verdi e di larghe,
galleggianti foglie di ninfea. Qua e là sull’acqua calma, si aprivano le corolle dei
fiori dai petali rosei di questa pianta.
Nel laghetto vivevano bisce d’acqua, rospi, rane e raganelle dai colori variopinti e un’innumerevole folla d’insetti. Le agili e leggiadre libellule, le pungenti zanzare, le noiose mosche. A volte, a visitare le corolle delle ninfee, arrivavano i pelosi bombi a strisce gialle e nere e le api operose.
Tra tutti questi abitanti che più o meno vivevano pacificamente, ce n’erano due, un rospetto marroncino dalla pelle chiazzata da macchie più scure e una
verde ila. Loro proprio non si sopportavano, uno diceva di essere più bello e importante dell’altro , di essere il padrone di quel piccolo mondo, di saper saltare e cantare divinamente, cioè nel modo migliore.
La raganella pur essendo più piccola del rospo era la più agguerrita, e non mancava mai di vantarsi. S’inventava di avere delle origini nobili, di scrittori che di lei avevano scritto nelle loro storie, della potenza della sua voce e così via…
Un giorno nello stagno arrivò una biscia affamata che di quella boriosa stava per farsene un sol boccone… Il rospo però con tutti i suoi amici accorse in suo aiuto.
Tutti insieme gracidarono così forte che la serpe confusa dalle vibrazioni prodotte dal gran frastuono, abbandonò “il campo”e la sua preda. Da allora i due divennero amici inseparabili!

domenica 26 gennaio 2014

venerdì 17 gennaio 2014

IL DONO DELL'AMICIZIA

Il dono dell'Amicizia

 Dice un proverbio dei tempi andati:
“Meglio soli che male accompagnati”. 
Io ne so uno più bello assai:
“In compagnia lontano vai”. 
Dice un proverbio, chissà perché:
“Chi fa da sé fa per tre”. 
Da quest’orecchio io non ci sento:
“Chi ha cento amici fa per cento”. 
Dice un proverbio con la muffa:
“Chi sta solo non fa baruffa”
Questa, io dico, è una bugia:
“Se siamo in tanti, si fa allegria”.
 G. Rodari
Le ferite che non guariscono
C'era una volta un ragazzo con un brutto carattere. Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno.
Il primo giorno il ragazzo piantò trentasette chiodi nello steccato. Nelle settimane seguenti imparò a controllarsi e il numero dei chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che era più facile non litigare che piantare i chiodi.
Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò alcun chiodo nello steccato. Allora andò dal padre e gli disse che per quel giorno non aveva piantato alcun chiodo. Il padre allora gli disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno.
I giorni passarono e il ragazzo poté dire al padre che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato.
Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: "Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai più come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lasci una ferita come queste. Puoi piantare un coltello in un uomo, e poi levarlo, ma rimarrà sempre una ferita. Non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà. Una ferita verbale fa male quanto una ferita fisica. Gli amici sono gioielli rari, ti fanno sorridere e ti incoraggiano. Sono pronti ad ascoltarti quando ne hai bisogno, ti sostengono e ti aprono il loro cuore."
Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità.
 Madre Teresa

 "Gli angeli esistono, ma a volte non hanno le ali, allora li chiamiamo amici"
                         

Non c’è gioia più grande di quella di gioire con gli amici. Ogni momento trascorso con loro resterà per sempre nel  nostro cuore, non lo dimenticheremo mai.


Gli amici sono angeli particolarmente fantastici e reali che ti rimettono in volo quando le tue ali non sanno più come si fa a volare